I Signori della Cenere - Assaggi - L'antropologa

 


Cap. 21, pp. 148-50

Firenze, 7 maggio 2007


La medesima scena. Le stesse immagini. Il solito turbamento.

La Sacerdotessa dal volto coperto manda una giovane ragazza a riempire il vaso rituale alla sorgente. Al suo ritorno, un nugolo di altre ragazze si stringe attorno alla Sacerdotessa, che le invita a bere dal vaso l'acqua della Grande Madre. Tuttavia, al momento di accostare il vaso alle labbra, la più giovane ha un fremito, poiché ha scorto all'orizzonte l'arrivo di una nave guerriera, e il recipiente sacro le scivola di mano e finisce a terra, frantumandosi in mille pezzi. Angosciate, tutte cercano consolazione nella loro guida, ma la Sacerdotessa è improvvisamente sparita, mentre dalla nave stanno scendendo centinaia di barbari armati. Travolte dallo sconforto, le donne intonano un canto di aiuto alla Grande Madre, finché si accorgono, con orrore, che da un albero gocciola del sangue, sempre più copioso, mentre l'orda di guerrieri si sta preparando all'assalto, scatenando numerosi incendi che bruciano l'intera foresta. Il canto diventa sempre più cupo e disperato, finché non si trasforma in un unico urlo collettivo, quando il capo dei guerrieri invita le donne a guardare in cima all'albero gocciolante, dove penzola decapitato il corpo della Sacerdotessa. Poi, il barbaro ordina ai suoi uomini di dare fuoco al tempio della Grande Madre e di violentare e uccidere tutte le sue seguaci. Ma prima che il fuoco s’impadronisca della scena, la testa mozzata della Sacerdotessa, finita a terra ancora col volto coperto, pronuncia un nome che si disperde in mezzo al crepitio del fuoco.

Generalmente, a questo punto, gli occhi di Petra si aprivano sbarrati e lei, madida di sudore, poteva riprendere contatto con la realtà, verificando per l'ennesima volta che si trattava soltanto del solito incubo. Ma quella notte gli occhi non si aprirono e lei continuò a rimanere intrappolata nel sogno, trattenuta dalla voce della Sacerdotessa.

Al nome sconosciuto seguono altre parole incomprensibili, finché il fumo copre la visuale, l'aria si fa irrespirabile e l'istinto ordina agli occhi di aprirsi e svegliarsi, perché tutto attorno a lei sta morendo. Invano. Gli occhi rimangono chiusi, proiettati in un altro mondo, dove il fumo e il fuoco la spaventano, ma non possono ferirla. Petra è presente, ma intoccabile. È questo che la rende preziosa. È per questa ragione che la Sacerdotessa si sta rivolgendo a lei, dal regno dei morti. Se solo volesse, potrebbe comprendere le sue parole. Se solo volesse, potrebbe superare la frattura tra le due realtà. Se solo volesse, potrebbe sentire l'appello destinato a lei, e solo a lei. Se solo volesse. Ma non ha mai voluto. Eppure questa volta è diverso. Questa volta lei vuole. E tutto a un tratto la vista si tinge di azzurro e il volto della Sacerdotessa, finalmente scoperto, articola parole comprensibili che la trapassano da capo a piedi.

“Loro, gli uomini del fuoco, hanno scoperto il segreto. Il traditore li ha condotti al nostro tempio. Loro hanno distrutto i vasi decorati dalla magia della parola, lasciando solo cenere. La nostra comunità ha perduto la pace. Loro hanno provato a eliminare la nostra memoria. Noi siamo sopravvissute. Loro ci hanno dichiarato guerra. Noi abbiamo coltivato la speranza. Loro ci inseguiranno, per sempre. Noi resisteremo, per riportare di nuovo la pace. Il vaso racconta la verità. Il vaso conduce alla libertà. Nessuno sarà più schiavo. Nessuno apparterrà a nessuno. La vita sgorgherà dal dominio della vita. Ricorda: chi controlla la vita, riporta la pace. Il nostro segreto. Non lasciarlo svanire. Riconducilo alla luce. Perché la Dea dell'acqua possa tornare e gli uomini del fuoco siano dimenticati. Il nostro segreto. Solo tu lo puoi fare. Non abbandonare l'amica perduta. Ma presta attenzione all'uomo del fuoco. Loro lo sanno e lui ti troverà. La loro cenere potrebbe ricadere ancora sui nostri capi. Il nostro segreto. Che la Grande Madre ti aiuti, Petra”.

Un rantolo in gola esplose secco, come lo sbuffo del nuotatore che ritorna in superficie senza più aria nei polmoni. Petra, svegliatasi, respirava forte, dalla bocca, e il suo cuore non la smetteva di scuoterle il petto, con battiti in rapida successione. Forse, pensò, è proprio questo che si prova quando arriva la morte.